L'approvvigionamento sostenibile può essere complicato da applicare per i principianti. Quando il legale Giuseppina Galluzzo ha iniziato a mettere in pratica il sustainable public procurement, si è dovuta accontentare di indicazioni scarse e molto tecniche. Per aiutare chi vuole dedicarsi a questo settore, ha scritto un manuale sull'argomento.

Giuseppina Galluzzo è esperta di sostenibilità ambientale e sociale negli appalti pubblici presso la centrale di committenza italiana, Consip S.p.A. Quando ha iniziato a lavorare nel settore degli acquisti sostenibili nel 2011, ne sapeva molto poco e, inizialmente, ha affrontato un grande cambiamento.

"Il materiale a disposizione era scarso, molto tecnico e principalmente in inglese".

Giuseppina Galluzzo, esperta di acquisti pubblici sostenibili, Consip S.p.A.

“Dovevo imparare a inserire criteri di sostenibilità nelle procedure di acquisto di diverse categorie merceologiche, come l'informatica, l'arredamento, le cartucce per stampanti, la carta, i servizi energetici per gli edifici, l'illuminazione pubblica, la sanità. Il materiale a disposizione era scarso, molto tecnico e principalmente in inglese. Inoltre, dovevo decifrare una marea di sigle, che cambiavano da una lingua all'altra. Ad esempio, Volatile Organic Compounds, VOCs in inglese, diventava COV in italiano, e EPDs, Environmental Product Declarations, diventava DAP in italiano”, afferma Giuseppina Galluzzo.

“Tuttavia, lo sforzo iniziale è stato in seguito più che ripagato, perché la sostenibilità mi ha aperto un nuovo mondo. La conoscenza acquisita si è trasformata in una consapevolezza che ora guida anche i miei acquisti personali e impatta positivamente su tutte le mie scelte quotidiane”.

Dopo dieci anni di esperienza nel procurement sostenibile, il lock down del COVID-19 ha permesso a Giuseppina di passare un po’ di tempo a scrivere. Ha iniziato a lavorare a un manuale sull'integrazione dei criteri sociali negli appalti pubblici, con l'obiettivo di rendere più comprensibile questi concetti a chi vi si avvicina per la prima volta.

“Scrivendo il manuale mi sono messa nei panni di chi, nella pubblica amministrazione, vuole promuovere la creazione di posti di lavoro, condizioni di lavoro dignitose, il commercio equo, le pari opportunità e lo sviluppo delle economie locali. Allo stesso tempo, ho cercato di fornire strumenti semplici alle piccole e medie imprese per aiutarle a comprendere le richieste delle pubbliche amministrazioni e facilitare la loro partecipazione alle gare”, dice Galluzzo.

Spiega che in Italia l'ultimo Codice degli appalti (D. Lgs. 50/2016) ha cambiato il precedente approccio di "spending review", che si concentrava esclusivamente sul prezzo più basso, prevedendo per le stazioni appaltanti la possibilità di considerare la sostenibilità complessiva delle forniture e di valutare anche gli aspetti sociali e ambientali.

“Secondo il Codice degli Appalti, le certificazioni ambientali e sociali, come le etichettature ISO di tipo 1, possono essere utilizzate come criteri minimi per la fornitura, come criteri premianti nell'“offerta economicamente più vantaggiosa”, come condizione per l’esecuzione degli appalti, o come mezzo di prova per verificare il rispetto dei requisiti richiesti in gara. Si tratta di un significativo passo in avanti perché semplifica le verifiche dell'amministrazione aggiudicatrice e facilita l'attuazione di appalti sostenibili.

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TCO Certified è stato utilizzato per verificare il consumo energetico

Il manuale di Galluzzo include un esempio di un’iniziativa di acquisto di Personal Computer Desktop, indetta da Consip S.p.A, in cui è stata applicata la formula del minor costo del ciclo di vita (LCC) per selezionare la migliore offerta. Sono stati considerati i prezzi di acquisizione, manutenzione (60 mesi) e gestione (consumo energetico). Per verificare il consumo energetico di ciascun monitor offerto, gli offerenti potevano utilizzare TCO Certified per indicare il consumo energetico specifico (ETEC - kWh/anno) per ogni tipo di monitor.

“Inoltre, tutti gli enti pubblici devono inserire nei propri bandi i Criteri Ambientali Minimi, emanati con decreto del Ministero dell'Ambiente per molte categorie merceologiche. I Criteri Minimi fanno riferimento anche ad aspetti sociali grazie alle esperienze pionieristiche di paesi come Svezia, Norvegia e Olanda. Per le categorie di prodotti con i maggiori rischi di violazione dei diritti umani possono essere richiesti criteri come il monitoraggio della catena di fornitura, l'inserimento di clausole sociali o attività di istruzione e formazione. I prodotti informatici rientrano in queste categorie, insieme a calzature da lavoro, articoli e accessori in pelle, prodotti tessili e alimentari, manutenzione del verde pubblico e servizi di ristorazione collettiva”, afferma Giuseppina Galluzzo.

Quali dovrebbero essere i prossimi passi?

“Ora è importante aumentare gli sforzi per integrare la “sostenibilità sociale” nelle procedure di gara e assicurarne la corretta applicazione attraverso un efficace monitoraggio durante l'esecuzione del contratto. L'organizzazione e la promozione di gruppi di lavoro per condividere informazioni tecniche e buone pratiche sono opportunità preziose in cui i committenti pubblici possono acquisire le conoscenze necessarie per mettere in pratica tutto ciò”, conclude Galluzzo.

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I suggerimenti di Giuseppina Galluzzo per implementare gli acquisti sostenibili

  1. Promuovere la formazione professionale per la definizione e la verifica dei criteri che includono caratteristiche sia ambientali che sociali.
  2. Valutare i vantaggi di una scelta di acquisto per l'amministrazione — dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Questa attività richiede un investimento di risorse.
  3. Incoraggiare il dialogo con il mercato per supportare il processo di gestione del cambiamento. Far capire alle aziende che gli investimenti in prodotti innovativi e più sostenibili possono portare a vantaggi commerciali.
  4. Promuovere la disponibilità di prodotti più sostenibili includendo criteri di aggiudicazione negli acquisti sostenibili, per incoraggiare le aziende a far certificare i propri prodotti.
  5. Partecipare a gruppi di lavoro con altri acquirenti pubblici. É un’opportunità per acquisire nuove conoscenze e condividere informazioni e best practice.